Il mio amico Bendel
Dopo più di dieci anni il Bendel Insurance riconquista la massima serie in Nigeria. Caduta e rinascita della squadra che sconvolse un Paese.
"Amigo! Pe' favowe, just one coffee" La prossima volta che qualcuno vi fermerà per strada con queste poche parole, chiedendovi un euro per non insistere a vendervi dei fazzoletti o un paio di calzini Fila taroccati, potrebbe tornarvi alla mente questa storia. Sì, perché il viaggio di colui che vi fa la questua tra una lezione e l'altra all'università o che si offre di portarvi il carrello della spesa nel parcheggio del supermercato, spesso e volentieri comincia a Benin City, amena località della Nigeria meridionale e capitale dello stato di Edo.
È qui che ha sede la squadra del Bendel Insurance FC, che proprio una ventina di giorni fa ha riconquistato dopo un digiuno più che decennale l'accesso alla Nigeria Premier League, il massimo campionato nazionale. Chissà se la mattina dello scorso 6 novembre, all'indomani della storica vittoria sui rivali del 3SC Football Club, gli occhi di quell'ambulante che vi insegue sotto il portico apparivano un po' più brillanti del solito... probabilmente no, dato che si sarà trattato di un ragazzo tra i 20 e i 30 anni, che al contrario di me magari ha altri pensieri per la testa che la Serie B nigeriana, che segue solo il calcio inglese e al quale il nome Bendel Insurance evoca più o meno la stessa sensazione che a me possono suscitare le parole "Pro Vercelli". Ad esultare lunedì pomeriggio sarà stato più probabilmente suo padre, i suoi fratelli grandi rimasti in Nigeria o in giro per il mondo, e tutti coloro che, anche negli anni bui, non hanno mai smesso di credere in un amore antico.
Nota originariamente con il nome di Vipers, la squadra di Benin City lascia presto il suo nome da squadra semiprofessionistica di football americano per adottare quello della locale compagnia di assicurazione statale Bendel Insurance Limited, di cui diventa una sorta di canale promozionale. Il nome "Bendel" fa riferimento alle due principali entità territoriali che fino al 1991 componevano l'allora Midwestern State, sorto tre anni dopo l'indipendenza del Paese, nel 1963, e ribattezzato ufficialmente Bendel nel 1976: il Benin (l'antico regno che fino alla fine del XIX secolo si estendeva nel sud-ovest del Paese, da non confondersi con l'attuale stato indipendente del Benin, confinante a ovest della Nigeria) e l'attuale stato del Delta. Fu il particolarismo etnico e storico di questa regione a determinare la prima delle innumerevoli scissioni territoriali che hanno reso la Nigeria una federazione composta da 36 stati diversi più il Territorio della Capitale Federale Abuja, fu lo stesso senso di appartenenza, vivo ancora oggi nel culto della monarchia del Benin e del suo re, oba in lingua edo, ad alimentare il seguito di quella che diventerà la principale squadra dello stato.
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Oba Erediawa con i suoi dignitari e la tipica spada eben. |
Nel 1972 il Bendel Insurance FC è tra i sei fondatori della National Football League, primo campionato nazionale nel Paese e antesignano dell'odierna Premier League, mentre l'anno seguente vince il suo primo titolo. La ricostruzione conseguente alla fine della Guerra del Biafra, sostenuta dal boom petrolifero dei primi anni Settanta, funge da terreno di coltura per un ottimismo e una fiducia nel futuro che probabilmente non ha eguali nel corso della storia del Paese e che finisce per coinvolgere anche lo sport. Sono gli anni del Colonnello Samuel Ogbemudia, governatore scelto dalla giunta militare allora al potere, il quale si prodiga per sostenere il calcio con un apprezzato programma di reclutamento di giovani emigrati originari dello stato, la creazione di nuovi club e investimenti infrastrutturali, come lo stadio che porta ancora oggi il suo nome.
Nel frattempo, mentre l'apparente quiete portata dalla dittatura militare di Yakubu Gowon sta per essere scossa dall'ennesimo colpo di stato di cui è costellata la storia del Paese, nuovi protagonisti si affacciano nel panorama calcistico. L'Enugu Rangers, portabandiera dall'omonimo stato della Nigeria sud-orientale a prevalenza igbo, si impone come squadra dominante del decennio con tre campionati e altrettante coppe nazionali vinte tra il 1974 e il 1978 a cui si aggiunge la conquista della Coppa dei Campioni africana del 1977. Principali rivali delle "Antilopi", nomignolo affibbiato ai biancorossi di Enugu, sono gli Shooting Stars, noti anche come 3SC, proprio la squadra a cui il Bendel Insurance ha soffiato la promozione qualche giorno fa. Vincitori di campionato e coppa rispettivamente nel 1976 e 1977, rappresentano la città di Ibadan e la componente yoruba della popolazione, prevalente nel sud-ovest e contrapposta agli igbo. In mezzo, schiacciati dal peso demografico e politico esercitato da due dei tre principali gruppi etnici del Paese (il terzo è rappresentato dagli hausa-fulani, maggioritari nel nord), ci sono gli edo, relegati alla marginalità nello stato post-coloniale come nel calcio ma orgogliosi del loro antico prestigio.
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Lo stemma originale presentava due spade rituali stilizzate al centro. |
Alla partenza della Challenge Cup del 1978, la coppa nazionale, il Bendel Insurance è una delle tante squadre destinate a fare numero all'ombra di Enugu Rangers e Shooting Stars. Gli ultimi anni sono stati avari di soddisfazioni e numerosi sono stati gli innesti operati dall'allenatore Alabi Aisien, profeta di un "guardiolismo" ante litteram in salsa africana. Il modello che ha in mente è il Ghana di Charles Gyamfi, passato alla storia come primo giocatore africano ad approdare in Germania e sotto la cui direzione le Black Stars gettarono le basi del gioco brillante e improntato al possesso di palla che tanti successi mietè a livello continentale negli anni Sessanta. Presuntuoso solo in apparenza, Aisien ha parole poco lusinghiere per il gioco solido ma elementare dell'Enugu Rangers che più avanti definirà «native and law custom». Privo di giocatori di levatura internazionale, Aisien trova nel capitano Felix Agbonifo e in George Omokaro i due direttori d'orchestra di cui necessita il suo gioco articolato. Alle loro spalle Leotis Boateng e Francis Moniedafe, uno dei ragazzi riportati a casa dal programma di reclutamento patrocinato dallo stato qualche anno prima, blindano la difesa, mentre Henry Ogboe e Peter Egharevba hanno il compito di finalizzare il lavoro dei compagni. Raggiunte in scioltezza le semifinali, il percorso del Bendel Insurance sembra arrivato al capolinea quando il tabellone gli mette di fronte gli Shooting Stars. Simboli della squadra di Ibadan, tuttora considerati leggende in patria, il centrocampista Muda Lawal e l'attaccante Segun "Mathematical" Odegbami sono anche due punti fissi della Nazionale. Grande motivatore, Aisien, a detta di Moniedafe era in grado di infondere una sicurezza non comune ai propri giocatori che, sotto gli occhi della folla che accalca il National Stadium di Lagos, scendono in campo convinti di poter sfondare i muri. Gli almanacchi riportano un prosaico 2-0 per l'Insurance che non dà però conto della grande impressione che il gioco della squadra di Aisien lascia nella memoria di chi assistette all'incontro e che oggi rappresenta l'unica fonte storica disponibile.
Tra lo stupore generale e la soddisfazione di avere già compiuto una grande impresa si arriva così alla finale contro i vincitori annunciati dell'Enugu Rangers. È una mattina grigia, con qualche goccia di pioggia, quella del 7 ottobre 1978, quando a Benin City migliaia di tifosi prendono d'assalto i pullman in direzione Lagos. Al loro arrivo allo stadio i giocatori dell'Insurance vengono accolti dai lacrimogeni che la polizia spara per sedare la folla e che finiscono per colpire inavvertitamente uno dei membri della squadra. Circondati da un alone di invincibilità, i giocatori dell'Enugu Rangers hanno vinto gli ultimi due campionati, sono campioni continentali in carica e rappresentano quasi per intero la Nazionale che due anni più tardi vincerà la Coppa d'Africa. La difesa è pressoché impenetrabile con il gigantesco Emmanuel Okala tra i pali e il capitano della Nazionale Christian Chukwu a presidiare l'area di rigore, mentre in avanti le bombe del piccolo Aloysius Atuegbu, detto "Blockbuster", minacciano di piegare le mani al povero portiere dell'Insurance Agwo Nnaji.
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Bendel Insurance 1978. |
Tra lo stupore generale e la soddisfazione di avere già compiuto una grande impresa si arriva così alla finale contro i vincitori annunciati dell'Enugu Rangers. È una mattina grigia, con qualche goccia di pioggia, quella del 7 ottobre 1978, quando a Benin City migliaia di tifosi prendono d'assalto i pullman in direzione Lagos. Al loro arrivo allo stadio i giocatori dell'Insurance vengono accolti dai lacrimogeni che la polizia spara per sedare la folla e che finiscono per colpire inavvertitamente uno dei membri della squadra. Circondati da un alone di invincibilità, i giocatori dell'Enugu Rangers hanno vinto gli ultimi due campionati, sono campioni continentali in carica e rappresentano quasi per intero la Nazionale che due anni più tardi vincerà la Coppa d'Africa. La difesa è pressoché impenetrabile con il gigantesco Emmanuel Okala tra i pali e il capitano della Nazionale Christian Chukwu a presidiare l'area di rigore, mentre in avanti le bombe del piccolo Aloysius Atuegbu, detto "Blockbuster", minacciano di piegare le mani al povero portiere dell'Insurance Agwo Nnaji.
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L'ingresso in campo delle squadre nella finale di Challenge Cup. |
Il primo quarto d'ora mette in mostra quanto preventivato: i Rangers dominano mentre l'Insurance si chiude in difesa in attesa che prima o poi il destino faccia il suo corso. Al 18' gli uomini di Aisien riescono finalmente a mettere la testa fuori dalla propria metà campo guadagnandosi una punizione. Il tiro di Egharevba è una stilettata alla spavalderia degli avversari che, attoniti, seguono la traiettoria del pallone finire sul palo prima di infilarsi alle spalle dello stupefatto Okala. Qualche minuto dopo è Ogboe ad approfittare di un errore difensivo che lo conduce di fronte al portiere avversario: 2-0. Ancora scioccati per l'accaduto, i giocatori dei Rangers vanno negli spogliatoi nell'incredulità generale. Nella ripresa la sceneggiatura di Aisien sembra dispiegarsi man mano che i minuti passano. Lo spirito guerriero per il quale erano noti i Rangers si infrange contro i granitici Moniedafe e Boateng. A sette minuti dalla fine arriva anche il terzo goal, segnato ancora una volta da Ogboe per la gioia delle migliaia di tifosi arrivati dallo stato di Bendel, dei milioni di nigeriani edo rimasti a casa davanti alla TV o in ascolto alla radio, per tutti i tifosi neutrali che aspettavano che Davide scagliasse finalmente il suo sasso contro Golia.
Nella moltitudine di anonimi spettatori che quel pomeriggio assistono all'impossibile, nella sua casa di Benin City, c'è anche un ragazzino di dodici anni la cui vita sta per cambiare per sempre. Fu l'emozione provata per quella vittoria impronosticabile, racconta l'ex difensore delle Aquile Augustine Eguavoen, ad allontanarlo dalla pista di atletica e dalla pallavolo e a fargli scegliere il pallone. Senza Aisien, i suoi ragazzi e quel folle pomeriggio, Zola non sarebbe stato espulso per il presunto fallo su Eguavoen durante l'ottavo di finale tra Italia e Nigeria a USA 94, Baggio non ci avrebbe tirato giù dall'aereo a due minuti dalla fine e il sottoscritto, forse, avrebbe continuato a cambiare canale ogni volta che una partita di calcio gli si parava davanti.
Il ciclo vincente del Bendel Insurance è solo all'inizio, di lì a due anni arriveranno il secondo e finora ultimo campionato nazionale, un'altra Challenge Cup e la semifinale continentale in Coppa dei Campioni persa contro il Canon Yaoundé futuro vincitore, ma è quella del 1978 la vittoria più importante, quella capace di travalicare i campanilismi e di imprimersi per sempre nell'immaginario, non solo dei tifosi della squadra, ma di tutti gli sportivi nigeriani. Dagli anni Ottanta comincia un lungo silenzio, interrotto solo dalla vittoria in CAF Cup, omologa africana della Coppa UEFA, nel 1994. Nel frattempo lo stesso stato di Bendel cessa di esistere, la riforma voluta dal presidente Babangida nel 1991 fraziona ulterioromene la struttura federale del Paese creando gli stati di Edo e Delta. Nel 2008 il Bendel Insurance esce dall'anonimato per una lotta di potere che vede contrapporsi il presidente della società e l'Assessorato allo Sport, che come accade ovunque in Nigeria sovvenziona direttamente i club dello stato. Il conflitto porta all'iscrizione contemporanea di due squadre con il nome "Insurance" e a un conseguente ritardo dell'inizio del campionato che si chiude con la prima storica retrocessione. Nello stesso anno l'elezione a governatore del candidato dell'opposizione Adams Oshiomole porta una fugace ventata di ottimismo che si esaurisce nel commissariamento del club, posto sotto diretto controllo statale e con la riacquisizione del nome originale Bendel Insurance FC. Il punto più basso è raggiunto intorno al 2009 quando, prima gli insufficienti standard di sicurezza dell'amato "Ogbe" Stadium costringono la squadra a giocarsi la promozione, ancora una volta contro gli Shooting Stars, ad Ilorin, a più di 300 km da casa, e poi con la retrocessione in terza divisione. Le ricorrenti storie di stipendi non pagati minacciano infine la sopravvivenza stessa del club.
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Bendel Insurance 2017-2018. |
Il 2016 è l'anno della svolta. Gli investimenti destinati allo sport da Godwin Obaseki, successore di Oshiomole, sono il segno di discontinuità tanto atteso che consente alla squadra di tornare competitiva e di lottare per la promozione. Per mano del suo vice, Philip Shaibu, Obaseki si fa promotore di una rifondazione che non si limita all'iniezione di nuovi capitali ma che avvia un vero e proprio progetto di rebranding del club. Il rilancio parte all'inizio di questa stagione con la presentazione del nuovo stemma che non a caso, alle spade rituali eben, simbolo radicato nella cultura edo ma non troppo riconoscibile al di fuori dei confini dell'antico Regno del Benin, ha preferito la maschera della regina Idia, pezzo pregiato dell'arte del Benin e icona capace di donare riconoscoscibilità internazionale al club grazie alle migliaia di visitatori che ogni giorno ne scrutano i due esemplari oggi esistenti, conservati al British Museum di Londra e al Metropolitan Museum di New York. Dotati di nuovo equipaggiamento e strutture rinnovate, i ragazzi guidati da Baldwin Bazuaye conducono un campioanto ai vertici, alle spalle degli eterni rivali del 3SC. Arrivato allo scontro diretto con due punti in meno ma una partita in più da giocare, il Bendel Insurance ha dalla sua l'entusiasmo dell'impresa imminente. A poche ore dall'incontro che tutti attendono da almeno dieci anni però arriva la doccia fredda: 22 giocatori del 3SC lamentano un'intossicazione alimentare che richiede il rinvio dell'incontro. Voci di truffe e corruzione si rincorrono: il piatto incriminato sarebbe l'amala, una specialità yoruba a base di yam che avrebbe lasciato illesi i membri dello staff ma sarebbe stato letale per i giocatori. L'incontro viene posticipato al 1° novembre ma il traguardo tanto atteso si allontana ancora una volta, le condizioni climatiche infatti impongono una nuova proroga. Il grande match si gioca il 5 novembre, di lunedì pomeriggio, al campo sportivo dell'Università del Benin. È una bella giornata e l'atmosfera sembra lontana da quella dello Stadio Nazionale di Lagos di quarant'anni fa. Le immagini della TV statale ritraggono scene che potrebbero venire da un campo di Eccellenza, da qualche parte in provincia di Caserta. Da una punizione da metà campo prende forma il primo goal, realizzato in mischia, segue il rigore che fissa il punteggio sul 2-1 e regala la promozione al "Benin Arsenal", così come viene chiamato oggi l'Insurance, tributo alla crescente popolarità del calcio inglese che sta lentamente uccidendo l'interesse per il calcio locale.
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Godwin Obaseki svela il nuovo logo: al centro la maschera d'avorio raffigurante la regina Idia (XVI secolo). |
«Questo è solo l'inizio» sentenzia Obaseki durante quella che ha tutta l'aria di essere la prima conferenza stampa della prossima campagna elettorale. Durante il ricevimento organizzato nel palazzo del governo annuncia il premio da 25 milioni di naira, circa 60.000 euro, concesso dalle casse dello stato per la promozione. Tutto intorno le strade di Benin City si colorano di giallo e verde, dagli Stati Uniti il vecchio "Bulldozer" Moniedafe si congratula con coloro che hanno riportato il Bendel Insurance FC dove merita mentre al parcheggio di un Lidl a Calderara di Reno un ambulante non se la prende troppo quando fingete di non vederlo.
Etichette: Africa, Anni 70, Bendel Insurance, Racconti, Squadre
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