A spasso nel tempo
Ieri è stata la prima volta che il
“Capitano” è sceso in campo in questo 2017. Sono 24 anni che lo vediamo
correre sui campi del nostro Paese, che quotidianamente lo vediamo fare, costruire, inventare dai nostri televisori, nel frattempo
fattisi sempre più piatti e smart. Quando iniziò i suoi compagni erano
“Sebino” Nela e Thomas Hassler, io stesso si può dire che non seguissi
neanche il calcio.
Oggi Totti non è tanto un membro effettivo
dell’AS Roma quanto un’icona, nel vero senso della parola. I giovani gli
tributano rispetto più per l’alone di misticismo che negli ultimi anni
si è venuto a creare intorno a lui che per il suo effettivo valore in
campo (che qualitativamente è straordinario). Totti gioca ancora ma vive
soprattutto nei ricordi tramandati dai padri e dai fratelli grandi,
quelli che hanno “vinto” uno Scudetto che per chi ha 30 anni sembra
dietro l’angolo ma che è già sepolto da un chilo di polvere. Il fatto che la
Roma abbia in rosa ancora un superstite di quell’impresa è un caso assolutamente improbabile. È come se a cavallo
del millennio, nel 2000, magari nella Roma scudettata di Capello, avesse
trovato posto anche un reduce della Roma di Falcao. Un salto mortale
nel tempo.
Totti è l’unico giocatore che precede la mia
coscienza calcistica, quando lui scendeva in campo agli ordini di Boskov
e Mazzone io ignoravo cosa fosse la Serie A. Assuefatto dalla sua
decennale presenza su giornali e TV, durante i treni dei servizi di
Controcampo, nelle notti europee, nelle finali di Coppa Italia, troppe
volte l’ho dato per scontato, come fosse un tramonto che tanto avrei
potuto vedere il giorno successivo. Ora che il tramonto è davvero
vicino, devo ammettere che in ogni suo gesto leggo passato, presente e
futuro . A ogni passaggio, a ogni lancio che parte dal suo piede destro
non posso non pensare a quanti altri ne potrò ammirare. Ieri l’allenatore
gli ha concesso una mezzoretta. Gli sono bastati 8 secondi per
lasciare il segno mettendo Nainggolan davanti alla porta.
Non
ho mai creduto di essere una di quelle anime sensibili che riconoscono
la poesia in ogni giocata ma devo dire
che oggi, se c’è qualcosa, qualcuno, che amo vedere su un campo di
calcio, quello è Francesco Totti.
Etichette: Francesco Totti, Nostalgia, Roma, Tempo
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