venerdì 30 dicembre 2016

Necrologio 2016

Il 2016 è prossimo alla conclusione, un altro anno demm… che oltre alle decine di morti nel mondo dello spettacolo ci lascia in eredità una serie di ritiri eccellenti.


Steven Gerrard 
36 anni
Figlio della Kop, bambino prodigio, capitano e leggenda dei reds. Artefice della più folle delle vittorie in Champions, di lui resta il rammarico di non aver raccolto quanto meritato e di avere sulla coscienza l’errore che costò al Liverpool l’unica vera occasione di riportare a casa la Premier League.


Miro Klose 
38 anni
Forse il più grande bomber dai tempi Gerd Muller (anzi, i numeri invitano a togliere quel forse), solo che nessuno lo sa. Un esempio di campione silenzioso. Per un omaggio come si deve vi invito a leggere qui.


Luca Toni 
39 anni
Cannelloni, Luca Toni, pepperoni, Luca sei per me…  numero uno!

Diego Milito
37 anni

Da anonimo sosia di Francescoli a idolo di tre tifoserie, da Buenos Aires, a Genova, a Milano, e poi la Champions che non gli valse neanche una nomination al Pallone d’Oro. Addio mio dolce Principe.

Nemanja Vidic 
35 anni
Colonna dell’ultimo Manchester di Alex Ferguson, l’ultimo vero Manchester. Per lui una Champions e un caso di stalking.

Juan Carlos Valeron 
41 anni
Un maestro del calcio, tecnico, elegante, intelligente. Chi ha giocato con lui non riesce a non fargli i complimenti. Per Jugovic era più facile giocare bene con Valeron al proprio fianco. Trovatosi prigioniero di un’epoca che non era la sua, troppo veloce e fisica per le sue fragili spalle, valgano però le parole di uno che in questa epoca ha dimostrato di trovarsi decisamente a suo agio, Andrès Iniesta: «Valeron è uno di quei giocatori per cui vale la pena pagare il biglietto.»

Alex 
34 anni 
No, non è Alexandro de Souza, il nostalgico ex Parma e Fenerbahce di cui parliamo qui, bensì Alex Rodrigo Dias Da Costa, l'appesantito difensore del Milan che Mexes e Zapata, loro malgrado, si sono guardati bene dal fare sfigurare. Alex però non era solo il ciccione visto da noi, centralone con il senso del goal in area era uno specialista delle punizioni. Un posticino tra Branco, André Cruz, Roberto Carlos e Juninho glielo teniamo.


Mikel Arteta 
34 anni
Promessa mai del tutto sbocciata, all’Everton seppe riguadagnarsi parte di quello che la sua carriera gli aveva promesso in gioventù. L’ultimo capitano dell’Arsenal che conosco.

Fernando Cavenaghi 
33 anni
Nel 2003 c’erano Tevez, Mascherano, Zabaleta e poi lui, il Torito Cavenaghi, uno di quei giocatori argentini che ad ogni Mondiale under 20 sembrano destinati a una grande carriera. A 20 anni sceglie di giocarsi la sua chance europea in Russia e da lì forse il suo destino cambia. Non troppe soddisfazioni tra Spagna, Francia, Messico e Cipro ma uno status di eterno idolo al River Plate. Ci mancherai un po’ anche tu, cugino del Cave di Bellinzago.

Bobby Zamora
35 anni
Qui da noi non è molto conosciuto ma in Inghilterra gode di uno stato di idolo ovunque sia passato… oddio forse al Tottenham no, però i tifosi di QPR, West Ham e Fulham lo ricordano così.

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