Operazione Nostalgia è una cacata pazzesca?
Alla fine il bubbone è scoppiato. A dare voce a un risentimento che da un po' serpeggia tra antinostalgici militanti
e alcuni nostalgici della prima ora, insomma i Pizzarotti
della nostalgia, sono state quelle “zecche rosse” di Minuto Settantotto,
che qui
sollevano inquietanti ombre sui piani di marketing che si celerebbero
dietro al successo di Operazione Nostalgia. Pro e contro della pagina
che ha reso la nostalgia di moda, o come dicono i social media strategist, virale.
A me la nostalgia piace, se si può dire così, perché
mi piace scoprire gli altri; e se abbiamo le stesse nostalgie, per
quanto possano essere mediocri o ridicole (una canzone brutta; un
calciatore scarso; Alleanza Democratica di Willer Bordon), allora
abbiamo qualcosa da dirci, qualcosa da cantare assieme.
(Tamas, Lacrime di Borghetti)
Quella
di partire dai propri ricordi di infanzia per andare alla ricerca di
storie, aneddoti da condivdere o semplicemente per trovare comunanza
dall'altra parte dello schermo, è stata l'idea che ha
spinto il sottoscritto ad aprire questo blog e il Tumblr ad esso
associato. Credo sia stato più o meno lo stesso per tutta la
miriade di siti e pagine Facebook che oggi costituiscono il mare magnum
della nostalgia a sfondo calcistico che da un po' sta infestando l'Internet. Un’idea che proprio per il suo
radicarsi nel vissuto di una
fetta limitata di popolazione, nasce escludente. Può non piacere che ci
sia gente che ami
riunirsi e ricordare “i bei tempi andati” come umarells davanti
al cantiere, ma cosa pensate che possa succedere se portassimo un
quindicenune in balera? L'integrazione sarebbe quanto meno difficile se non osteggiata. Da follower,
o seguace della “setta”, come quelli
di Minuto
Settantotto apostrofano il Movimento 5 Schwoch in cui si sarebbe
tramutato
Operazione Nostalgia (e un po' lo è diventato), parto spezzando
una lancia a favore del clima di generale non
belligeranza che, un po’ per il piglio dittatoriale del Bini
(l’admin-guru
della pagina), un po’ per il torpore benefico dato dal trovarsi
quotidianamente un Roberto Baggio in bacheca, si è instaurato tra le
tifoserie. Alle prime schermaglie tra interisti che riesumano i fantasmi
di "Calciopoli" e juventini che prontamente sfoderano gli
insidiosissimi "scudetti di cartone", bordate di aneddoti e tormentoni
solitamente provvedono a relegare tali discussioni all'oblio, sotto la
voce "visualizza altri
commenti", con like nella misura dello 0,1%. Alla peggio interviene il
"direttorio" nostalgico con cartellino rosso, altrimenti detto ban. È
un aspetto da non sottovalutare se pensiamo che stiamo parlando di una
pagina che tratta di calcio su una piattaforma come Facebook:
praticamente una bomba a orologeria pronta a deflagrare in qualsiasi
momento tra insulti, minacce e i profughi che vivono negli hotel di
lusso.
Questo
secondo me è stato fin qui il pregio maggiore di Operazione Nostalgia, la sua
fase costruttiva e distensiva su un campo minato, per noi italiani, come il calcio. Ma come è riuscita la nostalgia a disinnscare l'ordigno?
Qui a mio avviso cominciano ad alzarsi le ombre sollevate da Minuto
Settantotto, perché se è vero che la pagina rappresenta un bello spazio di condivisione in cui animi generalmente
bellicosi si sciolgono di fronte alla rovesciata di Van Basten contro il Göteborg, è altrettanto vero che questa anestetizzazione del tifo si
deve in parte alla natura escludente della pagina, capace da
parte
sua di canalizzare i beceri istinti solitamente riservati
all'opposta tifoseria verso l'opposta generazione, il grande Satana
contro il quale scagliare le nostre pietre nel mese di Hajj: i "2000".
![]() |
Bati e Juan Sebastian oggi se la dabberebbro alla grande. |
Infine
per quanto riguarda le accuse che vedono in Operazione Nostalgia
una mossa commerciale appositamente studiata non mi esprimo: il linguaggio da stratega di marketing denunciato da Minuto Settantotto dà da pensare ma preferisco vederci le conseguenze di un successo inatteso, che guarda caso è andato a sposarsi con la
formazione da social media strategist dell'admin. Poi non dite che non sono garantista.
![]() |
"Voi prendete posizione che io bevo una birra..." (cit.) |
In qualità di umile
dilettante che guarda i professionisti della nostalgia dalla Promozione
(ovvero Tumblr), mi sento di ribadire il mio apprezzamento per un’idea
che, al di là degli eccessi (e ce ne sono), secondo me resta
lodevole. Non vorrei si finisse per scornarsi a fronte di un'iniziativa
che probabilmente è nata dall'esigenza di parlare del calcio della propria infanzia più di quanto si riesca a fare nella vita reale.
L'importante credo sia appellarsi il più possibile al buon
senso, senza dimenticare che parliamo di calcio, su Facebook. Di calcio
su Facebook: il tema nazional-popolare per definizione che viene
discusso sulla piattaforma più trasversale e sanguinaria che ci
sia. Per questo io mi concentrerei più sul sentimento di fratellanza che
Davide Possanzini e il Caffè Mauro hanno dimostrato di saper ispirare
tra romanisti e napoletani piuttosto che sul fatto che a noi, radical chic che rimpiangiamo L'ottavo nano, ogni "bimboicardi" suoni come un "Franco, oh Franco".
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page