lunedì 16 gennaio 2017

A spasso nel tempo


Ieri è stata la prima volta che il “Capitano” è sceso in campo in questo 2017. Sono 24 anni che lo vediamo correre sui campi del nostro Paese, che quotidianamente lo vediamo fare, costruire, inventare dai nostri televisori, nel frattempo fattisi sempre più piatti e smart. Quando iniziò i suoi compagni erano “Sebino” Nela e Thomas Hassler, io stesso si può dire che non seguissi neanche il calcio.

Oggi Totti non è tanto un membro effettivo dell’AS Roma quanto un’icona, nel vero senso della parola. I giovani gli tributano rispetto più per l’alone di misticismo che negli ultimi anni si è venuto a creare intorno a lui che per il suo effettivo valore in campo (che qualitativamente è straordinario). Totti gioca ancora ma vive soprattutto nei ricordi tramandati dai padri e dai fratelli grandi, quelli che hanno “vinto” uno Scudetto che per chi ha 30 anni sembra dietro l’angolo ma che è già sepolto da un chilo di polvere. Il fatto che la Roma abbia in rosa ancora un superstite di quell’impresa è un caso assolutamente improbabile. È come se a cavallo del millennio, nel 2000, magari nella Roma scudettata di Capello, avesse trovato posto anche un reduce della Roma di Falcao. Un salto mortale nel tempo.

Totti è l’unico giocatore che precede la mia coscienza calcistica, quando lui scendeva in campo agli ordini di Boskov e Mazzone io ignoravo cosa fosse la Serie A. Assuefatto dalla sua decennale presenza su giornali e TV, durante i treni dei servizi di Controcampo, nelle notti europee, nelle finali di Coppa Italia, troppe volte l’ho dato per scontato, come fosse un tramonto che tanto avrei potuto vedere il giorno successivo. Ora che il tramonto è davvero vicino, devo ammettere che in ogni suo gesto leggo passato, presente e futuro . A ogni passaggio, a ogni lancio che parte dal suo piede destro non posso non pensare a quanti altri ne potrò ammirare. Ieri l’allenatore gli ha concesso una mezzoretta. Gli sono bastati 8 secondi per lasciare il segno mettendo Nainggolan davanti alla porta.

Non ho mai creduto di essere una di quelle anime sensibili che riconoscono la poesia in ogni giocata ma devo dire che oggi, se c’è qualcosa, qualcuno, che amo vedere su un campo di calcio, quello è Francesco Totti.

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