Nel periodo del Milan degli olandesi e dell’Inter dei tedeschi non tutti
si ricorderanno che ci fu anche il Brescia dei rumeni. Sì, le facili
ironie si sprecano, sorpattutto alla luce di risultati non proprio
eccelsi, almeno in Serie A. Uno su tutti: l’orribile retrocessione patita nel 1995 con soli
12 punti, peggiore risultato nella storia della massima serie dall’introduzione dei 3 punti. A comandare la truppa nel 1991 fu
chiamato Lucescu che guidò la squadra in un saliscendi continuo dalla
Serie B alla Serie A con due promozioni e due retrocessioni in cinque
anni.
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1992: Lucescu festeggia la promozione. Gli addominali del giocatore a fianco sono stati aggiunti con Paint. |
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Asta milionaria per Hagi... su ebay. |
Fu così che a inizio anni Novanta Brescia si trasformò in un sobborgo
di Timisoara con giocatori rumeni noti e non che sbarcarono alla corte
di Lucescu. Hagi, il Maradona dei Carpazi, vi trovò rifugio dopo
un’esperienza non convincente al Real Madrid. La vedette del calcio
rumeno giocò anche in Serie B raggiungendo la promozione nel 1994,
antipasto di un
mondiale da incorniciare che lo riporterà verso lidi più
prestigiosi: Barcellona.
Poi c’era Raducioiu. Sbarcato sulla penisola dopo il mondiale italiano,
era già stato al fianco di Lucescu nella Dinamo Bucarest che a fine anni
Ottanta rivaleggiava con la Steaua e a cui strappò anche la vittoria in
campionato nel 1990. Capitato in un anno dispari, quindi una stagione
“no” per quel Brescia, sarà ricordato per un goal decisivo in un
Brescia-Juventus 2-0. A fine stagione arrivò comunque in doppia cifra,
risultato che gli valse l’ingaggio del Milan con cui si distinguerà
come memorabile fenomeno parastatale. Lo ritroveremo in grande forma ai
mondiali americani per poi vederlo dissolversi nell’oblio da cui era
venuto. Si farà vivo intorno al 2000 per una poco felice minestra
riscaldata.
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Spallate di nostalgia con Raducioiu e Sensini. |
Storia simile ma ancora più triste quella di Dorin Mateut. Arrivato nel novembre 1992, allora c'era il mercato a novembre, aveva la fama di bomber implacabile ma si rivelò a malapena una comparsa con 4 presenze e 0 goal. A Brescia avrebbe dovuto ricreare con Raducioiu la formidabile coppia che fece grande la Dinamo Bucarest negli anni Ottanta. Già Scarpa d'Oro nel 1988, convocato per i mondiali 1990, Mateut imboccò presto il viale del tramonto. Dopo la retrocessione con il Brescia si rifece parzialmente l'anno seguente contribuendo alla salvezza della Reggiana per poi tornare a casa.
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Bei tempi quelli. Vero Dorin? |
Vero scudiero, ma più che scudiero, uomo ombra di Lucescu fu Ioan Ovidiu
Sabau. Scorrendo la sua carriera vediamo che era un punto fermo della
Dinamo di Lucescu. Dopo i mondiali in Italia, dove la Romania non
sfigurò, rimediò un contratto con il Feyenoord. Due anni in Olanda,
giusto il tempo di diventare testimone di Geova, prima di riabbracciare
il suo maestro nel 1992. Fu l’unico dei rumeni ad accompagnare Lucescu
lungo tutta la sua avventura bresciana. Lo avrebbe seguito in capo al mondo, anche a
Reggio Emilia, dove il dinamico duo si trasferì nel 1996. Come
Raducioiu anche Sabau tornò a Brescia per una toccata e fuga ma Lucescu
era ormai lontano. Gli ultimi anni sono stati più che dignitosi con
annate importanti in patria e la nazionale ritrovata a fine carriera.
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Sabau uomo immagine della EA Sports. Negli anni Novanta i bambini si divertivano con niente ma avevano sempre il sorriso sulle labbra. |
Infine lui. Danut Lupu. È il nome meno prestigioso tra quelli
presentati ma forse quello che rievoca i ricordi più vividi nei tifosi
bresciani. Almeno questo è quello che si evince dal sondaggio che un
paio di anni fa elesse il centrocampista rumeno come il peggior
giocatore del secolo nella lunga storia del Brescia Calcio. Arrivò
accolto tra sghignazzi e pernacchie e da quanto raccontano i testimoni
si può capire il perché. Presentatosi in evidente sovrappeso, i compagni
raccontano come il cibo fosse il suo punto debole. Uno dei tanti
verrebbe da dire. Si narra che mangiasse da solo, in un tavolo tutto per
lui, imbandito con frutta e verdura, lontano dai compagni ma
soprattutto da spaghetti e bistecche. Ancora prima di arrivare, la fama
sembrava averlo preceduto, non quella di estroso fantasista ma quella di
ricettatore, qualifica guadagnatasi in Grecia, quando giocava nel
Panathinaikos. In sua difesa va detto che come tutta la squadra fu
travolto dalla disastrosa stagione dei 12 punti e che fu proprio lui a
regalare una delle due vittorie di quell’anno con un tiro dalla distanza
che stese la Reggiana.
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Lupu oggi. O il giorno della presentazione al Brescia, o il giorno del processo per ricettazione e contrabbando. Non ricordo. |
Non sarà stato il Milan olandese o l’Inter tedesca ma il Brescia rumeno
allestito dal presidente Corioni credo che un posto nel cuore dei suoi tifosi ce l'avrà sempre. Quei giocatori,
che comunque erano parte di quella che a detta di tutti fu una generazione d'oro per il calcio rumeno, un segno l'hanno lasciato, proprio lì, su quella bacheca impolverata, dove troneggia una romanticissima
Coppa Anglo-Italiana.
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Ditemi voi se i tifosi bresciani avrebbero potuto alzare una coppa a Wembley se non fosse stato anche per quei ragazzi venuti dal Danubio. |
Etichette: Anni 90, Brescia, Coppa Anglo-Italiana, Gheorghe Hagi, Lucescu, Racconti, Romania, Squadre
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