domenica 14 dicembre 2014

Ángulo Inverso

Ángulo Inverso, come suggerisce il nome stesso, si propone di guardare al calcio con uno sguardo inedito, offrendo interpretazioni nuove e un punto di vista originale sul gioco più bello del mondo... No, no, no, nulla di tutto questo! Ora, l'inglese è una lingua che per forza di cose incontriamo sempre di più e sempre prima, chi durante la scuola dell'obbligo, chi con i videogiochi e Internet, Libero De Rienzo con i corsi De Agostini. Se la nostra esposizione all'inglese è ormai sempre più precoce e scientifica, quella allo spagnolo è ancora in gran parte affidata al caso e questo fa  sì che molte parole ci diventino familiari più tardi: ad esempio con l'Erasmus, per i fortunati che durante il loro anno di "studio" in Spagna avessero la fortuna di scovare qualche indigeno madrelingua tra i milioni di italiani che addobbano le strade di Barcellona e Valencia, con il cinema di Pedro Almodovar per i più intellettuali, con il cinema di Nacho Vidal per tutti gli altri.

Era davvero necessaria questa introduzione? Direi di no, cercavo solo il modo più tortuoso possibile per ricordare che c'è stato un tempo non troppo lontano, ma che pare distante anni luce, in cui lo spagnolo per tutti era realtà, democraticamente accessibile anche a quelle masse di plebei a cui gli abbonamenti a Pay-per-view, TV satellitare, digitale terrestre sono ed erano preclusi. Questo sogno di democrazia diretta, dal basso, corinthiana oserei dire, prendeva corpo ogni fine settimana a orari variabili tra il pomeriggio e la seconda serata su TMC e si chiamava Liga. Erano gli anni Novanta e la vecchia Telemontecarlo ci deliziava con gli incontri di Real Madrid, Barcellona, Atletico o con dirette da campi esotici, allora lo erano davvero, come il Riazor di La Coruña o il San Mamés di Bilbao. Per quei fortunati, mi auguro ci sia anche qualcuno di voi, che ricordano con nostalgia quei tempi di Liga liberalizzata, il livello succesivo all'aggiungere la 's' alla fine di ogni parola credendo di parlare spagnolo era rappresentato da locuzioni come tarjeta amarilla, tarjeta roja, entra y sale in occasione delle sostituzioni e appunto ángulo inverso. Ogniqualvolta c'era un replay eccoti spuntare quella curiosa espressione che non voleva significare altro che una ripresa dal lato opposto del campo.

Ecco, questo blog non vuole significare molto di più di quello che è, una collezione di ricordi e riflessioni su calcio e dintorni da parte di un tizio qualsiasi cresciuto tra gli anni Novanta e Duemila (se proprio vogliamo metterceli), cioè nell'era di mezzo, quell'era che non era più e che non era ancora, un'era che a mio modo di vedere rappresenta il momento di passaggio dal tempo degli eroi romantici di fango e polvere (di varia natura) a quello degli idoli a cristalli liquidi di oggi.

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